ASSOCIAZIONE  RADIOAMATORI  ITALIANI
Eretta Ente Morale con D.P.R. n. 368 del 1950 -  Filiazione Italiana della I.A.R.U.  
Sezione di Civitavecchia

 
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LA POSTAZIONE IN COLLINA: IL VAGONE

 

La postazione in collina della sezione di Civitavecchia, meglio conosciuta come il "vagone", venne realizzata nei primi anni 80 allo scopo di dotare la sezione ARI di Civitavecchia di una postazione in posizione previleggiata per radiocomunicazioni in caso di emergenza. La postazione è stata impiantata a Poggio Ombricolo, una collinetta a 540 metri s.l.m. nei pressi di Allumiere sui Monti della Tolfa in provincia di Roma. Il locatore è JN52WD.

Come si può intuire dalle foto, il vagone non è altro che un vero vagone ferroviario, esattamente un carro refrigerato tipo H, che nel 1980, i0MMI Aldo Pallotti, allora presidente della sezione, insieme ai soci della stessa, dopo averlo salvato dalla sicura demolizione, l'hanno trasportato nel punto dove tutt'ora si trova, e trasformato in un eccezionale shack capace di dare riparo agli operatori e ospitare varie apparecchiature radio come i ponti ripetitori.

Nominativo Freq. (MHz) Shift Tipo Antenna Potenza
IRØH 145.612,5  (-600 KHz) Ripetitore Fonia RØα 2 collineari 5/8 10 W
IRØUN 430.050  (+1.6 MHz) Ripetitore Fonia U2 cortina 4+4 dipoli - 270° 10 W
IRØUN_B 432.500  (+ 1.6 MHz) Ripetitore Digitale D-STAR cortina 4+4 dipoli - 270° 10 W
IRØAAM 144.800  Simplex Ripetitore APRS verticale 5/8 5 W
IWØHK/B 28.322,9   Beacon QRPp QRSS in CW verticale 5/8 0,6 - 1 W

 

AVVISO AGLI UTENTI DEL RIPETITORE IRØH
Dal 13.11.2011 il ponte ripetitore IRØH (RØAlpha di Poggio Ombricolo) è stato dotato di sub-tono a 67 Hz.
Questo si è reso necessario per evitare trasmissioni incontrollate dovute a continue interfenze che sono in corso di individuazione.

 

Il "vagone" viene impiegato anche come postazione per le attività in Contest dai soci della sezione. A tal e scopo dispone di sistemi d'antenna direttiva per i 2 e 70 e 23 cm. 
L'intero sistema è servito dall'alimentazione da rete elettrica ENEL ed i ponti ripetitori sono dotati anche di accumulatori tampone. 
Al suo interno trovano comodamente spazio 8 persone.
L'ottima posizione permette ai suoi ripetitori la copertura di tutto l'alto Lazio, da Roma fino alla Toscana (provincia di Grosseto e Siena) e l'Umbria (Provincia di Terni). Con condizioni favorevoli di propagazione è possibile coprire anche il versante est della Sardegna: Civitavecchia infatti rappresenta uno dei punti più vicini alla costa dell'isola. 
Attualmente il DX (in VHF SSB via tropo con solo 10 watt) è di 1700 Km con EA.

 

Oggi il vagone è intitolato alla memoria di i0MMI Aldo Pallotti, la persona che ideò il progetto e si prodigò per la sua realizzazione. Qui di seguito è riportato l'articolo completo a firma di i0MMI apparso su Radio Rivista del febbraio 1984.

 

Quel vagone in collina


Lo spettacolare shack della sezione di Civitavecchia a Poggio Ombricolo


di Aldo Pallotti, i0MMI

Civitavecchia. Da anni, nel corso dei settimanali appuntamenti presso la sezione ARI di Civitavecchia, spesso si discuteva (ed un po' si sognava) su come realizzare un qualche cosa che destasse un maggior interesse nell'attività radiantistica, soprattutto tra i giovani. L'organizzazione di manifestazioni, raduni o diplomi non si riteneva la soluzione ottimale, anche in funzione delle esperienze acquisite in passato.
Fu durante i giorni che seguirono il terremoto in Irpinia che comincio a delinearsi il "cosa fare". Si constatò difatti che, nella nostra zona, non esistevano le condizioni per assicurare le comunicazioni in caso di emergenza. I ponti ripetitori in quel momento funzionanti non coprivano a sufficienza la zona di giurisdizione della sezione e delle limitrofe.
Per giunta, sempre nel corso di quelle angosciose giornate ci giunse l'invito dell'amico i0OJ per provare se, da qualche altura nei dintorni di Civitavecchia, fosse possibile realizzare contatti in VHF con le zone terremotate. L'invito fu prontamente accolto, ma vuoi per la carenza dei mezzi allora disponibili, vuoi per le difficoltà derivanti dalla mancanza di un ricovero in località opportune, i risultati non furono apprezzabili.
Questo impose, senza ulteriori indugi, lo studio e l'impostazione di un programma che tenesse conto non solo della esigenza di assicurare facilità di comunicazioni tra la nostra zona e quelle limitrofe (bastava per questo un semplice ponte ripetitore in VHF) ma anche quella di permettere lo svolgimento dell'attività radiantistica nel modo più completo; dalla possibilità di cimentarsi in prove su frequenze più alte, alla sperimentazione di antenne, alla partecipazione ai contests senza... preoccupazione di TVI.
 

Un pezzetto di terra in località elevata

Ma per questo occorreva disporre di un "pezzetto di terra" in una località piuttosto elevata, di un ricovero dove poter istallare le apparecchiature e dove poter lavorare in condizioni, se non ottimali, almeno sopportabili.
Prese in esame le alture esistenti nei dintorni della città si decise di far cadere la scelta su Poggio Ombricolo, a circa 600 m s.l.m. e ad appena 15 km da Civitavecchia.
A seguito di contatti con l'Amministrazione Comunale competente si ottenne un consenso di massima alla realizzazione del progetto. Non rimaneva perciò che passare all'esecuzione del programma.
Occorreva innanzitutto costruire il ricovero, ma prima ancora quantificarne i costi. Penne e calcolatrice alla mano si iniziò ad esaminare tutte le possibili soluzioni: una casetta in muratura in pietra, in mattoni, in blocchetti, in cemento armato, un pre-fabbricato. Ma per quanto si ipotizzassero tutti i possibili criteri di economia ed "arrangiamento", i totali non scendevano mai sotto le tre Megalire. Questo ed il torvo sguardo con il quale il nostro cassiere ci fissava, raggelava ogni volta qualsiasi entusiasmo.
Eppure un sistema meno dispendio so doveva pur esserci, e difatti venne fuori improvviso. Un pomeriggio durante il quotidiano viaggio in treno per ritornare a casa (io sono un pendolare) e sempre con in mente il chiodo fisso di come risolvere il problema, nel transitare dalla stazione di Santa Severa rivedo quello che tante volte avevo visto ma mai sufficientemente considerato: un gruppo di carri ferroviari fuori uso dati alle fiamme per recuperare il materiale ferroso. Ecco la soluzione! Uno di quei carri avrebbe sicuramente fatto al caso nostro.
Giunto a casa, eccomi al telefono per ascoltare il parere di tutti coloro che riuscii a contattare. Da tutti favorevole assenso, anche se quello del cassiere era con riserva, subordinato cioè al prezzo di acquisto. Senza indugi salii in macchina mi portai a Santa Severa per contattare il responsabile dell'impresa demolizione. Appena in tempo. Di tutto lo "stock" di carri destinati alla demolizione, ne era rimasto uno soltanto che sarebbe stato dato alle fiamme di li a pochi giorni.
Dopo lunga trattativa riuscii a convincerlo a cedere il carro allo stesso prezzo da lui pagato, in considerazione che le parti in ferro più pesanti (assali, respingenti, ecc.) poteva egualmente recuperarle. Sorgeva il problema del trasporto che, considerato il tragitto e le pendenze da superare, non era da sottovalutare. Trovato un trasportatore disponibile, perfezionammo 1'acquisto. Questo e quanto chiesto dal trasportatore, assorbirono tutte le nostre riserve di cassa. Ma ciò non aveva importanza. La cosa essenziale era di avere sulla collina il tanto agognato rifugio.

 

Tralascio di descrivere l'operazione di trasporto per due ragioni: non voglio tediare chi legge, ma soprattutto perchè è meglio dimenticare le paure, gli affanni ed i rischi sofferti nell'impresa. Occorreva ora procedere ad una decente sistemazione del tutto; ma come fare senza soldi? Molto semplice: primo,  un appello a tutti i soci ognuno, nei limiti delle proprie disponibilità, provvedesse a versare un contributo straordinario od  a fornire (gratuitamente) attrezzature e materiali necessari ai lavori da eseguire; secondo, impegno a non ricorrere a mano d'opera "esterna". Così, improvvisandoci terrazzieri, muratori, fabbri-ferraio, imbianchini, giorno dopo giorno veniva realizzata la prima parte del programma.
Mancava ora l'elemento essenziale per una base operativa radiantistica: un traliccio per l'installazione delle antenna. Acquistarlo? Neanche a pensarci. Costruirlo? Era possibile, ma un rapido calcolo del ferro occorrente ed il relativo costo fece scartare anche questa soluzione.
E pensare che esistono in giro centinaia di tralicci abbandonati. "Idea!".

 

Il traliccio pitturato d'argento

Un traliccio inutilizzato. Qualche contatto con chi ne poteva disporre, l'intervento di un collega per facilitare le cose ed il gioco era fatto. Necessitava solo smontarlo e trasportarlo da dove era inutilizzato (e magari d'impiccio) a dove (a Poggio Ombricolo) era indispensabile.
Con il solito entusiasmo (ed anche con un po' d'incoscienza) in un giorno l'operazione era compiuta. Ed ora quel traliccio, rimesso a nuovo e pitturato d'argento, svetta accanto ad un vagone sopra la collina.
Confesso che, soffermandoci a guardare questa nostra base, la soddisfazione (e forse anche un po' la vanità) compensa le fatiche ed i sacrifici sopportati, facendoci dimenticare il fatto che le ferie estive le abbiamo trascorse non al mare, non in montagna ma... a Poggio Ombricolo.
Inizia ora la realizzazione della seconda parte del programma, quella più attinente all'attività radiantistica. Ma proprio perché tale sarà attuata con maggior entusiasmo, in tempi brevi. Ne siamo certi. Se siamo stati capaci di portare un vagone ferroviario in montagna, senza binari ...

tratto da Radio Rivista 02/1984

 

Nel 2009 è stato scelto il mese di febbraio (mese in cui 25 anni prima RadioRivista gli dedicò la copertina) per celebrare il suo primo quarto di secolo di "vita radioamatoriale". Anche stavolta l'organo di informazione ufficiale della Associazione Radioamatori Italiani ha dedicato un importante spazio al vagone.

 

 
 

Quel vagone in collina


I suoi primi 25 anni


di Stefano Dell'Uomo, iK0NSY

La postazione in collina della Sezione di Civitavecchia compie 25 anni, il vagone ferroviario sulla collina di Poggio Ombricolo, che domina la costa e spazia da oltre Roma fino alla Maremma, si lancia nel suo secondo quarto di secolo.
II "Vagone", perché proprio in questo modo l'abbiamo sempre chiamato, così come fanno gli Amici di tutta Italia che lo conoscono, è ben lontano dall'esaurire la funzione per la quale è stato creato.
La base, situata in posizione centrale e strategica per la copertura del centro Italia lato Tirreno, è dedicata ad Aldo I0MMI, Radioamatore straordinario e lungimirante, il quale nei primi anni '80, ebbe l'intuizione di individuare il sito ideale per una base in altura e l'idea di sfruttare un vagone ferroviario destinato alla demolizione.

A quel tempo, non c'era disponibilità di shelter o container, se non a costi improponibili.
Con pochi soldi, ma attrezzati di grandi idee, entusiasmo, indubbie capacità ed una notevole dose di sana incoscienza, dopo aver ottenuto una piccola concessione di terreno dalla locale Università Agraria, i Radioamatori di ARICV fecero trasportare il carro ferroviario fino alla sommità della collina, mediante un rimorchio speciale trainato da un potente trattore e, superando pendenze pazzesche, su per una specie di mulattiera.
Si racconta che l'autista del trattore, sganciato il carico, corse via velocissimo per evitare altre folli incombenze da parte di quegli strani tipi.
Alcuni abitanti del paese vicino, scorgendo da lontano il carro ferroviario in collina, espressero stupore circa il fatto che le FF.SS. avessero costruito una ferrovia senza avvertire nessuno...
Cose d'altri tempi. Chissà, forse Werner Herzog sarebbe felice di sapere che qualcuno si è preso la briga di realizzare in concreto il sogno visionario del suo famoso film Fitzcarraldo, opera particolare e bellissima.
Nel febbraio del 1984, a sancire l'inizio delle attività della postazione, RadioRivista pubblicò l'articolo descrittivo di Aldo, recando come foto di copertina proprio il Vagone.
Da allora Contest, attività, antenne, ripetitori, DX, nottate al gelo, barbecue, sperimentazioni, radio a volontà dai 160 m fino alle microonde, e chi più ne ha, più ne metta. Tanta, veramente tanta radio.
La riconoscenza, di noi Radioamatori di oggi, è senza fine. E 25 anni dopo il Vagone è più vivo che mai, la sua bellezza ed il panorama che si gode dalla postazione, lasciano sempre senza fiato gli amici di tutte le Sezioni che ci vengono a trovare, esso sa ancora essere protagonista.
Le attività, i progetti, le idee si rincorrono e si realizzano: attualmente, è perfettamente funzionante la doppia postazione HF-VHF-UHF-SHF per attività varie e Contest, sempre disponibile per i Soci e per tutti gli amici che vi desiderino operare.
Inoltre al Vagone sono autorizzati e funzionanti (od in corso di set-up) un ripetitore VHF, due ripetitori UHF di cui uno in tecnologia D-STAR con shift 5 MHz, un ripetitore APRS, un beacon QRSs 28 MHz, un link della rete cluster, un ripetitore ATV 1.2/10 GHz.
II 22 febbraio scorso, venticinque anni dall'inizio di questa vicenda "radio-ferroviaria" collinare, la Sezione ha desiderato celebrare questa ricorrenza organizzando una breve ma intensa cerimonia commemorativa: quel giorno il meteo è stato rispettoso e ha concesso una tregua dal freddo e dalla pioggia. regalandoci una bella giornata.
Alla manifestazione hanno preso parte i Vertici della Fondazione della Cassa di Risparmio di Civitavecchia, importante istituto della città, che hanno apprezzato e finanziato un progetto della nostra Sezione incentrato sullo sviluppo tecnologico di radio-emergenza, basato sul potenziamento delle nostre strutture radio finalizzate alla tecnologia digitale, che ha portato il D-STAR, ad essere una risorsa determinante.
Alla cerimonia, oltre ai Soci della Sezione di Civitavecchia, hanno partecipato tanti amici di altre Sezioni laziali, molti Collaboratori di ARICV, in particolare, alcuni studiosi marconiani e vari dirigenti di Protezione Civile, e tanti altri che con la loro presenza hanno onorato l'evento.
II momento religioso della benedizione è stato condotto da Padre Bernardo, IKOZVZ, che ha ricordato a tutti i presenti l'enorme valore sociale della comunicazione, nonché l'alta funzione della radio di cui siamo protagonisti in qualità di Radioamatori.
La consegna di alcune targhe in ricordo del Vagone-Day ed un vivace brindisi, hanno preceduto la parte conviviale della giornata, proseguita presso un ristorante caratteristico della zona.
I primi 25 anni della nostra base sono alle spalle, abbiamo motivo per guardare con ottimismo gli anni che verranno: dalla nostra passione di Radioamatori sapremo trovare nuove motivazioni ed altri progetti per stare insieme e fare la radio come ci piace; il nostro Vagone, un vero e proprio gioiello dell'ARI, continuerà ad essere fedele ed operoso compagno di viaggio.
Qualsiasi amico Radioamatore o gruppo di lavoro, che desiderasse operare dal Vagone o avesse interessanti idee da svilupparvi sarà il benvenuto, la nostra Sezione sarà lieta di metterlo a disposizione e fare radio insieme.

tratto da Radio Rivista 09/2009

 

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