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LA POSTAZIONE IN COLLINA: IL VAGONE
La
postazione in collina della sezione di Civitavecchia, meglio conosciuta
come il "vagone", venne realizzata nei primi anni 80 allo scopo di dotare
la sezione ARI di Civitavecchia di una postazione in posizione
previleggiata per radiocomunicazioni in caso di emergenza. La postazione è
stata impiantata a Poggio Ombricolo, una collinetta a 540 metri s.l.m. nei
pressi di Allumiere sui Monti della Tolfa in provincia di Roma. Il
locatore è JN52WD.
Come si può intuire dalle
foto, il vagone
non è altro che un vero vagone ferroviario, esattamente un carro
refrigerato tipo H, che nel 1980, i0MMI Aldo Pallotti, allora presidente
della sezione, insieme ai soci della stessa, dopo averlo salvato dalla
sicura demolizione, l'hanno trasportato nel punto dove tutt'ora si trova,
e trasformato in un eccezionale shack capace di dare riparo agli operatori
e ospitare varie apparecchiature radio come i ponti ripetitori.
Nominativo |
Freq. (MHz) |
Shift |
Tipo |
Antenna |
Potenza
|
IRØH |
145.612,5 |
(-600 KHz) |
Ripetitore Fonia RØα |
2 collineari 5/8 |
10 W |
IRØUN |
430.050 |
(+1.6 MHz) |
Ripetitore Fonia U2 |
cortina 4+4 dipoli - 270° |
10 W |
IRØUN_B |
432.500 |
(+ 1.6 MHz) |
Ripetitore Digitale D-STAR |
cortina 4+4 dipoli - 270° |
10 W |
IRØAAM |
144.800 |
Simplex |
Ripetitore APRS |
verticale 5/8 |
5 W |
IWØHK/B |
28.322,9 |
|
Beacon QRPp QRSS in CW |
verticale 5/8 |
0,6 - 1 W |
AVVISO
AGLI UTENTI DEL RIPETITORE IRØH
Dal
13.11.2011 il ponte ripetitore IRØH (RØAlpha di Poggio Ombricolo) è
stato dotato di sub-tono a 67 Hz.
Questo si è reso necessario per
evitare trasmissioni incontrollate dovute a continue interfenze che sono
in corso di individuazione. |
Il
"vagone" viene impiegato anche come postazione per le attività in Contest
dai soci della sezione. A tal e scopo dispone di sistemi d'antenna
direttiva per i 2 e 70 e 23 cm.
L'intero sistema è servito dall'alimentazione da rete elettrica ENEL ed i
ponti ripetitori sono dotati anche di accumulatori tampone.
Al suo interno trovano comodamente spazio 8 persone.
L'ottima posizione permette ai suoi ripetitori la copertura di tutto
l'alto Lazio, da Roma fino alla Toscana (provincia di Grosseto e Siena) e
l'Umbria (Provincia di Terni). Con condizioni favorevoli di propagazione è
possibile coprire anche il versante est della Sardegna: Civitavecchia
infatti rappresenta uno dei punti più vicini alla costa dell'isola.
Attualmente il DX (in VHF SSB via tropo con solo 10 watt) è di 1700 Km con
EA.
Oggi il vagone è intitolato alla memoria di i0MMI
Aldo Pallotti, la persona che ideò il progetto e si prodigò per la sua
realizzazione.
Qui di seguito è riportato l'articolo completo a firma di i0MMI apparso su
Radio Rivista del febbraio 1984.
Quel vagone in collina
Lo spettacolare shack della sezione
di Civitavecchia a Poggio Ombricolo
di Aldo Pallotti, i0MMI
Civitavecchia.
Da anni, nel corso dei settimanali appuntamenti presso la
sezione ARI di Civitavecchia, spesso si discuteva (ed un po' si
sognava) su come realizzare un qualche cosa che destasse un
maggior interesse nell'attività radiantistica, soprattutto tra i
giovani. L'organizzazione di manifestazioni, raduni o diplomi
non si riteneva la soluzione ottimale, anche in funzione delle
esperienze acquisite in passato.
Fu durante i giorni che seguirono il terremoto in Irpinia che
comincio a delinearsi il "cosa fare". Si constatò difatti che,
nella nostra zona, non esistevano le condizioni per assicurare
le comunicazioni in caso di emergenza. I ponti ripetitori in
quel momento funzionanti non coprivano a sufficienza la zona di
giurisdizione della sezione e delle limitrofe.
Per giunta, sempre nel corso di quelle angosciose giornate ci
giunse l'invito dell'amico i0OJ per provare se, da qualche
altura nei dintorni di Civitavecchia, fosse possibile realizzare
contatti in VHF con le zone terremotate. L'invito fu prontamente
accolto, ma vuoi per la carenza dei mezzi allora disponibili,
vuoi per le difficoltà derivanti dalla mancanza di un ricovero
in località opportune, i risultati non furono apprezzabili.
Questo impose, senza ulteriori indugi, lo studio e
l'impostazione di un programma che tenesse conto non solo della
esigenza di assicurare facilità di comunicazioni tra la nostra
zona e quelle limitrofe (bastava per questo un semplice ponte
ripetitore in VHF) ma anche quella di permettere lo svolgimento
dell'attività radiantistica nel modo più completo; dalla
possibilità di cimentarsi in prove su frequenze più alte, alla
sperimentazione di antenne, alla partecipazione ai contests
senza... preoccupazione di TVI.
Un pezzetto di terra in località
elevata
Ma per questo occorreva disporre di un "pezzetto di terra" in
una località piuttosto elevata, di un ricovero dove poter
istallare le apparecchiature e dove poter lavorare in
condizioni, se non ottimali, almeno sopportabili.
Prese in esame le alture esistenti nei dintorni della città si
decise di far cadere la scelta su Poggio Ombricolo, a circa 600
m s.l.m. e ad appena 15 km da Civitavecchia.
A seguito di contatti con l'Amministrazione Comunale competente
si ottenne un consenso di massima alla realizzazione del
progetto. Non rimaneva perciò che passare all'esecuzione del
programma.
Occorreva innanzitutto costruire il ricovero, ma prima ancora
quantificarne i costi. Penne e calcolatrice alla mano si iniziò
ad esaminare tutte le possibili soluzioni: una casetta in
muratura in pietra, in mattoni, in blocchetti, in cemento
armato, un pre-fabbricato. Ma per quanto si ipotizzassero tutti
i possibili criteri di economia ed "arrangiamento", i totali non
scendevano mai sotto le tre Megalire. Questo ed il torvo sguardo
con il quale il nostro cassiere ci fissava, raggelava ogni volta
qualsiasi entusiasmo.
Eppure un sistema meno dispendio so doveva pur esserci, e
difatti venne fuori improvviso. Un pomeriggio durante il
quotidiano viaggio in treno per ritornare a casa (io sono un
pendolare) e sempre con in mente il chiodo fisso di come
risolvere il problema, nel transitare dalla stazione di Santa
Severa rivedo quello che tante volte avevo visto ma mai
sufficientemente considerato: un gruppo di carri ferroviari
fuori uso dati alle fiamme per recuperare il materiale ferroso.
Ecco la soluzione! Uno di quei carri avrebbe sicuramente fatto
al caso nostro.
Giunto a casa, eccomi al telefono per ascoltare il parere di
tutti coloro che riuscii a contattare. Da tutti favorevole
assenso, anche se quello del cassiere era con riserva,
subordinato cioè al prezzo di acquisto. Senza indugi salii in
macchina mi portai a Santa Severa per contattare il responsabile
dell'impresa demolizione. Appena in tempo. Di tutto lo "stock"
di carri destinati alla demolizione, ne era rimasto uno soltanto
che sarebbe stato dato alle fiamme di li a pochi giorni.
Dopo lunga trattativa riuscii a convincerlo a cedere il carro
allo stesso prezzo da lui pagato, in considerazione che le parti
in ferro più pesanti (assali, respingenti, ecc.) poteva
egualmente recuperarle. Sorgeva il problema del trasporto che,
considerato il tragitto e le pendenze da superare, non era da
sottovalutare. Trovato un trasportatore disponibile,
perfezionammo 1'acquisto. Questo e quanto chiesto dal
trasportatore, assorbirono tutte le nostre riserve di cassa. Ma
ciò non aveva importanza. La cosa essenziale era di avere sulla
collina il tanto agognato rifugio.
Tralascio di descrivere l'operazione di trasporto per due
ragioni: non voglio tediare chi legge, ma soprattutto perchè è
meglio dimenticare le paure, gli affanni ed i rischi sofferti
nell'impresa. Occorreva ora procedere ad una decente
sistemazione del tutto; ma come fare senza soldi? Molto
semplice: primo, un appello a tutti i soci ognuno, nei limiti
delle proprie disponibilità, provvedesse a versare un contributo
straordinario od a fornire (gratuitamente) attrezzature e
materiali necessari ai lavori da eseguire; secondo, impegno a
non ricorrere a mano d'opera "esterna". Così, improvvisandoci
terrazzieri, muratori, fabbri-ferraio, imbianchini, giorno dopo
giorno veniva realizzata la prima parte del programma.
Mancava ora l'elemento essenziale per una base operativa
radiantistica: un traliccio per l'installazione delle antenna.
Acquistarlo? Neanche a pensarci. Costruirlo? Era possibile, ma
un rapido calcolo del ferro occorrente ed il relativo costo fece
scartare anche questa soluzione.
E pensare che esistono in giro centinaia di tralicci
abbandonati. "Idea!".
Il traliccio pitturato d'argento
Un traliccio inutilizzato. Qualche contatto con chi ne poteva
disporre, l'intervento di un collega per facilitare le cose ed
il gioco era fatto. Necessitava solo smontarlo e trasportarlo da
dove era inutilizzato (e magari d'impiccio) a dove (a Poggio
Ombricolo) era indispensabile.
Con il solito entusiasmo (ed anche con un po' d'incoscienza) in
un giorno l'operazione era compiuta. Ed ora quel traliccio,
rimesso a nuovo e pitturato d'argento, svetta accanto ad un
vagone sopra la collina.
Confesso che, soffermandoci a guardare questa nostra base, la
soddisfazione (e forse anche un po' la vanità) compensa le
fatiche ed i sacrifici sopportati, facendoci dimenticare il
fatto che le ferie estive le abbiamo trascorse non al mare, non
in montagna ma... a Poggio Ombricolo.
Inizia ora la realizzazione della seconda parte del programma,
quella più attinente all'attività radiantistica. Ma proprio
perché tale sarà attuata con maggior entusiasmo, in tempi brevi.
Ne siamo certi. Se siamo stati capaci di portare un vagone
ferroviario in montagna, senza binari ...
tratto da Radio
Rivista 02/1984 |
Nel
2009 è stato scelto il mese di febbraio (mese in cui 25
anni prima RadioRivista gli dedicò la copertina) per
celebrare il suo primo quarto di secolo di "vita
radioamatoriale". Anche stavolta l'organo di
informazione ufficiale della Associazione Radioamatori
Italiani ha dedicato un importante spazio al vagone.
Quel vagone in collina
I suoi primi 25 anni
di Stefano Dell'Uomo, iK0NSY
La
postazione in collina della Sezione di Civitavecchia compie 25
anni, il vagone ferroviario sulla collina di Poggio Ombricolo,
che domina la costa e spazia da oltre Roma fino alla Maremma, si
lancia nel suo secondo quarto di secolo.
II "Vagone", perché proprio in questo modo l'abbiamo sempre
chiamato, così come fanno gli Amici di tutta Italia che lo
conoscono, è ben lontano dall'esaurire la funzione per la quale
è stato creato.
La base, situata in posizione centrale e strategica per la
copertura del centro Italia lato Tirreno, è dedicata ad Aldo
I0MMI, Radioamatore straordinario e lungimirante, il quale nei
primi anni '80, ebbe l'intuizione di individuare il sito ideale
per una base in altura e l'idea di sfruttare un vagone
ferroviario destinato alla demolizione.
A quel tempo, non c'era disponibilità di shelter
o container, se non a costi improponibili.
Con pochi soldi, ma attrezzati di grandi idee, entusiasmo,
indubbie capacità ed una notevole dose di sana incoscienza, dopo
aver ottenuto una piccola concessione di terreno dalla locale
Università Agraria, i Radioamatori di ARICV fecero trasportare
il carro ferroviario fino alla sommità della collina, mediante
un rimorchio speciale trainato da un potente trattore e,
superando pendenze pazzesche, su per una specie di mulattiera.
Si racconta che l'autista del trattore, sganciato il carico,
corse via velocissimo per evitare altre folli incombenze da
parte di quegli strani tipi.
Alcuni abitanti del paese vicino, scorgendo da lontano il carro
ferroviario in collina, espressero stupore circa il fatto che le
FF.SS. avessero costruito una ferrovia senza avvertire
nessuno...
Cose d'altri tempi. Chissà, forse Werner Herzog sarebbe felice
di sapere che qualcuno si è preso la briga di realizzare in
concreto il sogno visionario del suo famoso film Fitzcarraldo,
opera particolare e bellissima.
Nel febbraio del 1984, a sancire l'inizio delle attività della
postazione, RadioRivista pubblicò l'articolo descrittivo di Aldo,
recando come foto di copertina proprio il Vagone.
Da allora Contest, attività, antenne, ripetitori, DX, nottate al
gelo, barbecue, sperimentazioni, radio a volontà dai 160 m fino
alle microonde, e chi più ne ha, più ne metta. Tanta, veramente
tanta radio.
La riconoscenza, di noi Radioamatori di oggi, è senza fine. E 25
anni dopo il Vagone è più vivo che mai, la sua bellezza ed il
panorama che si gode dalla postazione, lasciano sempre senza
fiato gli amici di tutte le Sezioni che ci vengono a trovare,
esso sa ancora essere protagonista.
Le attività, i progetti, le idee si rincorrono e si realizzano:
attualmente, è perfettamente funzionante la doppia postazione
HF-VHF-UHF-SHF per attività varie e Contest, sempre disponibile
per i Soci e per tutti gli amici che vi desiderino operare.
Inoltre al Vagone sono autorizzati e funzionanti (od in corso di
set-up) un ripetitore VHF, due ripetitori UHF di cui uno in
tecnologia D-STAR con shift 5 MHz, un ripetitore APRS, un beacon
QRSs 28 MHz, un link della rete cluster, un ripetitore ATV
1.2/10 GHz.
II 22 febbraio scorso, venticinque anni dall'inizio di questa
vicenda "radio-ferroviaria" collinare, la Sezione ha desiderato
celebrare questa ricorrenza organizzando una breve ma intensa
cerimonia commemorativa: quel giorno il meteo è stato rispettoso
e ha concesso una tregua dal freddo e dalla pioggia. regalandoci
una bella giornata.
Alla manifestazione hanno preso parte i Vertici della Fondazione
della Cassa di Risparmio di Civitavecchia, importante istituto
della città, che hanno apprezzato e finanziato un progetto della
nostra Sezione incentrato sullo sviluppo tecnologico di
radio-emergenza, basato sul potenziamento delle nostre strutture
radio finalizzate alla tecnologia digitale, che ha portato il
D-STAR, ad essere una risorsa determinante.
Alla cerimonia, oltre ai Soci della Sezione di Civitavecchia,
hanno partecipato tanti amici di altre Sezioni laziali, molti
Collaboratori di ARICV, in particolare, alcuni studiosi
marconiani e vari dirigenti di Protezione Civile, e tanti altri
che con la loro presenza hanno onorato l'evento.
II momento religioso della benedizione è stato condotto da Padre
Bernardo, IKOZVZ, che ha ricordato a tutti i presenti l'enorme
valore sociale della comunicazione, nonché l'alta funzione della
radio di cui siamo protagonisti in qualità di Radioamatori.
La consegna di alcune targhe in ricordo del Vagone-Day ed un
vivace brindisi, hanno preceduto la parte conviviale della
giornata, proseguita presso un ristorante caratteristico della
zona.
I primi 25 anni della nostra base sono alle spalle, abbiamo
motivo per guardare con ottimismo gli anni che verranno: dalla
nostra passione di Radioamatori sapremo trovare nuove
motivazioni ed altri progetti per stare insieme e fare la radio
come ci piace; il nostro Vagone, un vero e proprio gioiello
dell'ARI, continuerà ad essere fedele ed operoso compagno di
viaggio.
Qualsiasi amico Radioamatore o gruppo di lavoro, che desiderasse
operare dal Vagone o avesse interessanti idee da svilupparvi
sarà il benvenuto, la nostra Sezione sarà lieta di metterlo a
disposizione e fare radio insieme.
tratto da Radio
Rivista 09/2009 |
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